Liturgia pasquale (2024) …prepariamoci

Quinta Domenica  di Pasqua
28  aprile 2024

At 7, 2-8. 11-12a. 17. 20-22. 30-34. 36-42a. 44-48a. 51-54

Tema:

come si intuisce dalla citazione dei versetti si tratta di un “taglia-cuce” che estrae dal racconto del martirio di Stefano tutto ciò che riguarda la storia della salvezza.
Nonostante tutto rimane una bella pagina, certo non facile da leggere.

Genere letterario:

proclamazione

Indicazioni per la proclamazione:

decidere di insistere su qualche frase-personaggio per non rendere noiosa la lettura

Sal 117 (118)

Tema

salmo tipicamente Pasquale, già incontrato qualche settimana fa;
le strofe di oggi ci propongono di nuovo l’inizio pieno di gioia;
poi , quasi uno zoom, sulla casa di Aronne (cioè su sacerdoti e liturgisti vai) che rende lode nel Tempio e,
infine la lode  personale apre all’esplosione del canto Pasquale: Mia forza e mio canto è il Signore!

Genere letterario:

inno

Indicazioni per la proclamazione:

1° strofa: rendimento di grazie iniziale; può essere opportunamente letto, o  meglio acclamato dall’assemblea.
2 strofa: invito indirizzato alla casa di Aronne perché riconosca l’amore di Dio (letto dal salmista)
terza strofa motivo personale di lode (letto dal salmista) e conclusione gioiosissima: mia forza e mio canto è il Signore!

Nb.: Per il coro: sarebbe bellissimo costruire un percorso di preghiera sempre più interiore per esplodere poi crescendo con il canto di Mosé: “mia forza e il mio canto…”

1Cor 2, 6-12

Tema: ai “sapientoni” di Corinto Paolo ricorda che nulla vale la sapienza umana, ma poi scopre che c’è un’altra sapienza quella spirituale, nascosta ai sapienti ai dominatori di questo mondo eppure aperta e svelata dallo Spirito. Dobbiamo diventare uomini “spirituali” per conoscere i segreti di Dio

Genere letterario:

dottrinale-esortativo

Indicazioni per la proclamazione:

di non facile lettura; propongo un crescendo che da un tono meditativo dell’inizio si fa sempre più robusto e gioioso nel parlare dell’uomo spirituale.

 

Quarta Domenica  di Pasqua
21  aprile 2024

At 20, 7-12

Tema:

Un quadretto della vita dei primi cristiani; vi troviamo
il ritrovarsi il primo giorno della settimana per lo spezzare del pane,
il raccontare la parola,
lo stare insieme con gioia in fraternità.
L’inconveniente della caduta di un ragazzo  diventa occasione per ricordarci che il Signore non si dimentica di noi.

Genere letterario:

cronaca celebrativa, agiografica

Indicazioni per la proclamazione:

tono semplice; farei risaltare i diversi gesti della vita comunitaria;
attenzione alla pronuncia di Èutico (vedi qui)

Sal 29 (30)

Tema:

supplica dopo una guarigione che si trasforma immediatamente in lode corale

Genere letterario:

supplica lode

Indicazioni per la proclamazione:

delicata la prima strofa;

accompagnata con tutta l’assemblea la seconda; nella terza il solista raccoglie le due istanze della preghiera: supplica (tono calmo) lode (tono gioioso).;

1Tm 4, 12-16

Tema:

Paolo augura all’amico Timoteo di essere apprezzato nonostante la sua giovane età e lo invita pertanto ad essere esempio nel parlare, nel comportamento indicando alcuni atteggiamenti bellissimi circa la vocazione dei presbiteri-vescovi , validi anche per ciascuno di noi.

Genere letterario:

esortazione

Indicazioni per la proclamazione:

Eviterei il tono moraleggiante dando un ritmo e utilizzando un tono molto gioiosi.

Altro

Saluto

Atto penitenziale

Preghiera dei fedeli

NB.:       diamo sempre alla a preghiera dei fedeli una forma semplice che solleciti gli ascoltatori ad aggiungere nel loro cuore intenzioni di preghiera consimili

  Signore Gesù, Via e Porta per il tuo gregge, non abbandonare l’umanità: ti preghiamo.

       Signore Gesù, Sacerdote sommo, assisti nel loro ministe­ro il Papa, i vescovi, i presbiteri, i diaconi e quanti sono a servizio del Vangelo: ti preghiamo. ,

            (oppure) Signore Gesù, Maestro divino, accompagna i giovani che si aprono alle responsabilità della vita e rendili capaci di un autentico discernimento: ti preghiamo.

       Signore Gesù, Pastore buono, dona alle nostre Comunità di trovare nell’Eucaristia domenicale la sorgente della carità fraterna e la fonte di ogni autentica vocazione cristiana: ti preghiamo. R

                Affidiamo al Signore i nostri fratelli…                   che ha chiamato sè, nella sua casa: (nomi)

Professione di fede

In questo periodo proporrei volentieri la formula battesimale concludendola con il “credo Signore” cantato

Canti:

(Sull’introduzione musicale si legge Isaia 48,20 sul foglietto)
CRISTO È RISORTO VERAMENTE

GLORIA rit.

Al Salmo Rit. ALLELUIA (Oggi la Chiesa…)

ALLELUIA (Buttazzo) con strofa adattata
“Io sono per voi il Buon Pastore, per tutti ho donato la mia vita”

Dopo il VAngelo. Rit. IL SIGNORE È LA MIA SALVEZZA

Doni: OGNI MIA PAROLA oppure PACE SIA PACE A VOI

SANTO (Buttazzo)

Allo Sezzare del pane
PANE DEL CIELO (rit. 2 volte)

Comunione:
PANE DI VITA NUOVA + COME FUOCO VIVO

RESURREZIONE

 

 

Terza Domenica  di Pasqua
14 aprile 2024

At 16, 22-34

Tema:

Nel riportare la vicenda di un imprigionamento di Paolo e compagni
(il primo da parte di autorità pagane!),
l’evangelista Luca ne approfitta per rimarcarne i toni,
dando all’accaduto tutta la drammaticità e grandezza dei racconti pasquali:
folla inferocita,
incarcerazione,
terremoto (vedi il terremoto Pasquale);
porte spalancate (vedi sepolcro com’era stato trovato dalle donne);
incomprensione del carceriere (come per i custodi del sepolcro;)
annuncio (kerigma) del Vangelo;
conversione e il battesimo e
infine la cena (che sa di eucarestia).

Sarà difficile fare emergere tutte queste sottolineature, ma il conoscerle ci aiuterà a dare solennità alla proclamazione, magari accettando di sottolineare nella lettura almeno alcuni di questi grandi temi.

Genere letterario:

racconto Pasquale
(“pasquale” sta ad indicare l’entusiasmo che il racconto ha già raccolto dalla fede della comunità)

Indicazioni per la proclamazione:

tono solenne, a tratti trepidante.

Sal 97 (98), 1-4

Tema:

La salvezza, che Israele ha sperimentato grazie alla destra e al braccio di Dio;
è ormai realtà per tutti i popoli della terra,
sono segno della regalità di Dio e del suo progetto di bontà. (bibbia edu).

Genere letterario:

Canto – inno d’esultanza

Indicazioni per la proclamazione:

Sottolineo soltanto che non a caso questo salmo è diventato occasione per il testo di diversi canti liturgici.

Col 1, 24-29

Tema:

Dopo la proposta del grande inno (col 1,13-20), Paolo sente l’esigenza di comunicarci come questa grande gioia, lui  la stia vivendo nella sua esperienza:
le prove che sopporta sono un modo per completare i patimenti di Cristo a favore della sua Chiesa;
un modo per diventarne ministro,
per portare a compimento la Parola,
per svelare il mistero che oggi si è manifestato alle genti;
insomma un crescendo di proclamazione gioiosa! Chi svela così il senso della sua esistenza.

Genere letterario:

esplosione di gioia

Indicazioni per la proclamazione:

Cerchiamo di sottolineare ogni particolare del testo come manifestazione di gioia.

 

Seconda Domenica  di Pasqua
7 aprile 2024

At 4, 8-24a

Tema:

I dodici, ripieni di Spirito Santo, non riescono a tacere le meraviglie del Risorto.
Interrogati dagli anziani e dagli scribi, Pietro prende la parola ed esprime la sua fede con “franchezza”; imprigionati per accertamenti vengano liberati e la comunità si unisce a loro nel canto di lode al Signore.
Nell’ultimo paragrafo ci viene descritta ci viene dato un quadro della vita della prima comunità.

Genere letterario: racconto di testimonianza

racconto di testimonianza

Indicazioni per la proclamazione:

E’ indicato un tono piuttosto “serrato” per dar risalto alla gioia che, nonostante le prove, percorre tutto il racconto

Sal 117 (118), 1-3. 22-23. 28-29

Tema:

Lode e ringraziamento a Dio per il suo agire amorevole e provvidenziale (vv. 1-4). L’inno prosegue poi con la storia personale del salmista, contrassegnata da pericoli, prove e sofferenze (vv. 5-18>), ma sempre custodita e protetta dal Signore.
I vv. 19-27 collocano l’orante all’ingresso del tempio, dove si snoda una processione festosa attorno all’altare (con allusioni alla festa delle Capanne). (Cei 2008)

Le frasi scelte per la preghiera di oggi pongono al centro il grande tema di Cristo “pietra scartata” che con la sua risurrezione si è fatta “pietra d’angolo”.

Genere letterario:

lode

Indicazioni per la proclamazione:

Un tono di entusiasmo che lascia posto il più possibile al canto.

Col 2, 8-15

Tema:

L’invito a non lasciarsi prendere dai raggiri della falsa filosofia, si fa professione di fede in Gesù Capo di ogni principato, al quale siamo stati uniti grazie nel battesimo, vera e nuova circoncisione,  vero e nuovo segno della nostra appartenenza al popolo di Dio.

Genere letterario:

Professione di fede

Indicazioni per la proclamazione:

Come spesso accade per le lettere di Paolo, l’enorme ricchezza di contenuto rende difficile la lettura. Prepariamoci adeguatamente e scegliamo alcune frasi su cui porre l’attenzione.
Potrebbero essere:
È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità;
In lui voi siete stati anche circoncisi… ma con la circoncisione di Cristo…
Dio ha dato vita anche a voi…

Canti e sottolineature:

CRISTO È RISORTO VERAMENTE
GLORIA rit.
Al Salmo ALLELUIA GEN VERDE con lettura su strofa
ALLELUIA BUTTAZZO
LODATE DIO
PACE SIA PACE A VOI
SANTO BUTTAZZO
lettura + ALLELUIA CONGOLESE
CREDO IN TE SIGNORE + COME FUOCO VIVO
RESURREZIONECRISTO È RISORTO VERAMENTE
GLORIA rit.
Al Salmo ALLELUIA GEN VERDE con lettura su strofa
ALLELUIA BUTTAZZO
LODATE DIO
PACE SIA PACE A VOI

Utilizzerei il credo “battesimale”,
concludend ocon il canto: Credo Signore!

SANTO BUTTAZZO
lettura + ALLELUIA CONGOLESE
CREDO IN TE SIGNORE + COME FUOCO VIVO
RESURREZIONE

SETTIMANA SANTA

Domenica delle palme Palme: messa del giorno

Domenica delle palme: messa con la processione degli ulivi

Giovedì santo: messa in “Coena Domini”

1 lettura: Giona (Giona 1, 1 – 3, 5. 10)

2 lettura : Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi. (1 Cor 11, 20-34)

Venerdì Santo: celebrazione della passione

1 lettura: Lettura del profeta Isaia (Is 49, 24 – 50, 10)

2 lettura: Lettura del profeta Isaia  (Is 52, 13 – 53, 12)

 

Sabato santo: celebrazione della Veglia Pasquale

I LETTURA : Lettura del libro della Genesi. (Gn 1, 1-2, 3)

II LETTURA : Lettura del libro della Genesi. (Gn 22)

III LETTURA : Lettura dell’Esodo  ( Es 12, 1-11 )

IV LETTURA : Lettura dell’Esodo  (Es 13, 18b – 14, 8)

V LETTURA: Lettura del profeta Isaia  ( Is 54, 17c – 55, 11)

VI LETTURA: Lettura del profeta Isaia  (Is 1, 16-19)

I LETTURA del NT: Lettura degli Atti degli Apostoli  (At 2,22-28)

II LETTURA del NT: Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 1, 1-7)

 

GIOVEDì SANTO

1 lettura Giona (Giona 1, 1 – 3, 5. 10)

Tema:

Il racconto di Giona si può dividere facilmente in cinque parti.
Nella prima, terza e quinta parte (quest’ultima parzialmente proposta nella lettura di questa sera),
i protagonisti sono Dio con il suo invito a Giona e Giona con il suo rifiuto -perplessità.
Nella seconda e quarta parte abbiamo invece l’incontro di Giona (che dovrebbe essere il “credente”)
con marinai e Niniviti: gente pagana, ma che, in concreto, risponde alla chiamata di Dio: con le invocazioni, il “timore di Dio”, la conversione.

Dopo le prime due scene c’è come un intermezzo che il salmo posto sulle labbra di Giona mentre è inghiottito dal pesce.

Chiarissimo il senso che risulta molto evangelico: Dio ama ogni uomo; inoltre quel salmo di Giona nel ventre del pesce ci richiama la preghiera di Gesù nella sua passione; e quei tre giorni ci ricordano il tempo della sua morte-sepoltura sepoltura.

Genere letterario:

racconto o forse meglio “parabola”

Indicazioni per la proclamazione

L’unico problema che propone la proclamazione di questo testo è la sua lunghezza,
ma se lo immaginiamo come una storia a più capitoli, con personaggi che si “affrontano”,
la lettura si fa semplice e di facile comprensione.

Utilizza un tono diverso per quando parla Dio (tono dolce) e per quando parla Giona (tono un po’ “legnoso”); riserva un tono di ascolto “disponibile” per i marinai della seconda scena e i personaggi di Ninive.

Per il Salmo che Giona propone utilizza un tono di supplica; prova immaginarlo pregato da Gesù la nell’orto degli ulivi…  Si potrebbe avere anche il coraggio, almeno per il Salmo di affidarlo ad una seconda voce.

 

Lettura del profeta Giona. (Giona 1, 1 – 3, 5. 10)

In quei giorni. Fu rivolta a Giona, figlio di Amittài, questa parola del Signore: «Àlzati, va’ a Ninive, la grande città, e in essa proclama che la loro malvagità è salita fino a me». Giona invece si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore. Scese a Giaffa, dove trovò una nave diretta a Tarsis. Pagato il prezzo del trasporto, s’imbarcò con loro per Tarsis, lontano dal Signore.
Ma il Signore scatenò sul mare un forte vento e vi fu in mare una tempesta così grande che la nave stava per sfasciarsi. I marinai, impauriti, invocarono ciascuno il proprio dio e gettarono in mare quanto avevano sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona, sceso nel luogo più in basso della nave, si era coricato e dormiva profondamente. Gli si avvicinò il capo dell’equipaggio e gli disse: «Che cosa fai così addormentato? Àlzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si darà pensiero di noi e non periremo».
Quindi dissero fra di loro: «Venite, tiriamo a sorte per sapere chi ci abbia causato questa sciagura». Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona. Gli domandarono: «Spiegaci dunque chi sia la causa di questa sciagura. Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?». Egli rispose: «Sono Ebreo e venero il Signore, Dio del cielo, che ha fatto il mare e la terra». Quegli uomini furono presi da grande timore e gli domandarono: «Che cosa hai fatto?». Infatti erano venuti a sapere che egli fuggiva lontano dal Signore, perché lo aveva loro raccontato.
Essi gli dissero: «Che cosa dobbiamo fare di te perché si calmi il mare, che è contro di noi?». Infatti il mare infuriava sempre più. Egli disse loro: «Prendetemi e gettatemi in mare e si calmerà il mare che ora è contro di voi, perché io so che questa grande tempesta vi ha colto per causa mia».
Quegli uomini cercavano a forza di remi di raggiungere la spiaggia, ma non ci riuscivano, perché il mare andava sempre più infuriandosi contro di loro. Allora implorarono il Signore e dissero: «Signore, fa’ che noi non periamo a causa della vita di quest’uomo e non imputarci il sangue innocente, poiché tu, Signore, agisci secondo il tuo volere». Presero Giona e lo gettarono in mare e il mare placò la sua furia. Quegli uomini ebbero un grande timore del Signore, offrirono sacrifici al Signore e gli fecero promesse.
Ma il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore, suo Dio, e disse:
«Nella mia angoscia ho invocato il Signore
ed egli mi ha risposto;
dal profondo degli inferi ho gridato
e tu hai ascoltato la mia voce.
Mi hai gettato nell’abisso, nel cuore del mare,
e le correnti mi hanno circondato;
tutti i tuoi flutti e le tue onde
sopra di me sono passati.
Io dicevo: “Sono scacciato
lontano dai tuoi occhi;
eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio”.
Le acque mi hanno sommerso fino alla gola,
l’abisso mi ha avvolto,
l’alga si è avvinta al mio capo.
Sono sceso alle radici dei monti,
la terra ha chiuso le sue spranghe
dietro a me per sempre.
Ma tu hai fatto risalire dalla fossa la mia vita,
Signore, mio Dio.
Quando in me sentivo venir meno la vita,
ho ricordato il Signore.
La mia preghiera è giunta fino a te,
fino al tuo santo tempio.
Quelli che servono idoli falsi
abbandonano il loro amore.
Ma io con voce di lode
offrirò a te un sacrificio
e adempirò il voto che ho fatto;
la salvezza viene dal Signore».
E il Signore parlò al pesce ed esso rigettò Giona sulla spiaggia.
Fu rivolta a Giona una seconda volta questa parola del Signore: «Àlzati, va’ a Ninive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico». Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore.
Ninive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta».
I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli.
Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece. Parola di Dio.


2 lettura (1 Cor 11, 20-34)

Tema:

si tratta del primo racconto riguardante l’istituzione dell’eucarestia che troviamo nel nuovo testamento. C’è già polemica nel constatare la fatica che richiede il rispettare questo grande mistero, ma nel contesto della serata, l’attenzione va messa al grande dono che Gesù ci fa nell’ultima cena.

Genere letterario:

racconto-esortazione

Indicazioni per la proclamazione:

proporrei un tono pacato, soffuso, quasi tremolante.
Personalmente sottolineerei con un po’ di vigore, l’ultima frase (Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri…)

Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi. (1 Cor 11, 20-34)

Fratelli, quando vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore. Ciascuno infatti, quando siete a tavola, comincia a prendere il proprio pasto e così uno ha fame, l’altro è ubriaco. Non avete forse le vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il disprezzo sulla Chiesa di Dio e umiliare chi non ha niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo!
Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. Perciò chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti. Se però ci esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo giudicati; quando poi siamo giudicati dal Signore, siamo da lui ammoniti per non essere condannati insieme con il mondo.
Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri. E se qualcuno ha fame, mangi a casa, perché non vi raduniate a vostra condanna. Quanto alle altre cose, le sistemerò alla mia venuta.
Parola di Dio

VENERDì  SANTO

I lettura (Is 49, 24 – 50, 10)

Tema: –

Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Dice il Signore: rivesto i cieli di oscurità.

Dividiamo il brano in due parti.

1 parte: Vi è sottintesa una protesta da parte del popolo perché Dio sembra “scomparso”.
Allora parla il Signore e si difende: nonostante la situazione in cui vi trovate, io rimango il Signore;
non vi ho ripudiato nonostante le vostre iniquità:
Sono ancora il Dio dell’esodo, il Dio che ha soccorso Giobbe; il Dio che comanda la creazione.

Seconda parte. Interviene (quasi fosse nascosto prima dietro le quinte) colui che ha prestato la voce a Dio per questo lamento; si presenta perché risulti più chiara la testimonianza precedente di Dio.
Racconta dell’accoglienza che ha dato alla Parola di Dio; della fedeltà che ha avuto nel trasmetterla; della persecuzione subita nel proporla: Protesta la sua innocenza, ma soprattutto la fiducia riposta nel Signore e da lui ricambiata.

NB.: Le due parti si legano tra loro perché il Signore e il suo inviato formano una cosa sola.

Genere letterario:

lamentazione (prima parte); rivelazione-profezia (seconda parte)

Indicazioni per la proclamazione:

Nel leggere la prima parte (lamentazione) deve emergere l’accorato amore che Dio ha nei nostri riguardi e non si deve perdere la speranza in un tale Dio.

Più serena la lettura della seconda parte che deve commuovere per la testimonianza del “Servo” (si deve capire che questo inviato alla fine sarà Gesù).

Lettura del profeta Isaia.

Si può forse strappare la preda al forte?
Oppure può un prigioniero sfuggire al tiranno?
Eppure, dice il Signore:
«Anche il prigioniero sarà strappato al forte,
la preda sfuggirà al tiranno.
Io avverserò i tuoi avversari,
io salverò i tuoi figli.
Farò mangiare le loro stesse carni ai tuoi oppressori,
si ubriacheranno del proprio sangue come di mosto.
Allora ogni uomo saprà
che io sono il Signore, il tuo salvatore
e il tuo redentore, il Potente di Giacobbe».
Dice il Signore:
«Dov’è il documento di ripudio di vostra madre,
con cui l’ho scacciata?
Oppure a quale dei miei creditori io vi ho venduti?
Ecco, per le vostre iniquità siete stati venduti,
per le vostre colpe è stata scacciata vostra madre.
Per quale motivo non c’è nessuno, ora che sono venuto?
Perché, ora che chiamo, nessuno risponde?
È forse la mia mano troppo corta per riscattare
oppure io non ho la forza per liberare?
Ecco, con una minaccia prosciugo il mare,
faccio dei fiumi un deserto.
I loro pesci, per mancanza d’acqua, restano all’asciutto,
muoiono di sete.
Rivesto i cieli di oscurità,
do loro un sacco per mantello».
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.
È vicino chi mi rende giustizia:
chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci.
Chi mi accusa? Si avvicini a me.
Ecco, il Signore Dio mi assiste:
chi mi dichiarerà colpevole?
Ecco, come una veste si logorano tutti,
la tignola li divora.
Chi tra voi teme il Signore,
ascolti la voce del suo servo!
Colui che cammina nelle tenebre,
senza avere luce,
confidi nel nome del Signore,
si affidi al suo Dio. Parola di Dio.


2 lettura:(Is 52, 13 – 53, 12)

Tema:

Quarto cantico del servo del Signore:” l’uomo dei dolori che ben conosce il patire”.
Nei testi del secondo Isaia (secondo perché rispetto ad Isaia che scriveva nell’VIII secolo, qui l’autore scrive durante l’esilio, ma mantiene con l’altro Isaia  alcuni temi in comune) ci sono quattro Carmi (canti) che parlano di un servo di Yahwé. Questo è l’ultimo quello più facile da attribuire direttamente a Gesù che vive la passione.

Genere letterario:

elegia (= malinconia affettuosa,  ricordo, – forse anche di nostalgia).
Il sentimento elegiaco è quello che fa parlare sottovoce e dir cose bellissime.

Indicazioni per la proclamazione:

Si inizia con una affermazione di grande certezza (“Il mio servo avrà successo!),
per costruire attraverso un flashback la storia di questo “servo”.

Nella lettura occorre dare risalto a questa prima affermazione per sottolineare poi, con diversa pacatezza e vivacità le molte scene di questo sguardo retrospettivo.

NB: i molti spunti di questa descrizione richiedono piccole variazioni nella tonalità trepida e sentita che caratterizza tutta la pagina. La lettura esige molta cura.

Utile una lettura disinvolta quasi gioiosa  per la proclamazione del primo paragrafo;
seguono due domande retoriche (da non calcare troppo nel tono) che danno inizio al racconto delle sofferenze. Scegliere in questo racconto alcuni “crescendo” per tenere desta l’attenzione.
La conclusione all’apparenza gioiosa merita tuttavia un po’ di pacatezza considerando che tutto ciò lo leggiamo pensando Gesù.

Lettura del profeta Isaia.

Così dice il Signore Dio:
Ecco, il mio servo avrà successo,
sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente.
Come molti si stupirono di lui
– tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto
e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo –,
così si meraviglieranno di lui molte nazioni;
i re davanti a lui si chiuderanno la bocca,
poiché vedranno un fatto mai a essi raccontato
e comprenderanno ciò che mai avevano udito.
Chi avrebbe creduto al nostro annuncio?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
È cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per poterci piacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia;
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per le nostre colpe,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si affligge per la sua posterità?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
per la colpa del mio popolo fu percosso a morte.
Gli si diede sepoltura con gli empi,
con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza
né vi fosse inganno nella sua bocca.
Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.
Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
dei potenti egli farà bottino,
perché ha spogliato se stesso fino alla morte
ed è stato annoverato fra gli empi,
mentre egli portava il peccato di molti
e intercedeva per i colpevoli. Parola di Dio.

 

VEGLIA  PASQUALE

Dopo il solenne canto del preconio ci viene proposta la rilettura della storia di salvezza in sei quadri dell’antico testamento e in tre letture del nuovo testamento; queste ultime ci parlano di Gesù risorto.

La bellezza di questo momento sarà sottolineata anche dai canti e dalle orazioni che incorniciano ciascuna lettura.

L’abbondanza di questa proposta ci deve rendere particolarmente attenti a renderla sciolta, comprensibile, solenne e dunque esige una preparazione speciale rispetto a quella che già facciamo ogni domenica quando proclamiamo la Parola.

I LETTURA : Lettura del libro della Genesi. (Gn 1, 1-2, 3)

Tema: la creazione:

il racconto ci propone in sei quadri la creazione e l’abbellimento del creato in uno schema preciso e ripetitivo:
Dio disse: l’importanza della Parola
sia: potenza della Parola
e fu…: Efficacia della Parola
e fu sera e fu mattina: stacco tra i diversi quadri

Si conclude con La “festa del sabato”.

Genere letterario:

racconto sapienziale con qualche sprazzo etico

Indicazioni per la proclamazione:

Il brano per sé semplice ha qualche insidia: la ripetitività e la lunghezza. Va preparato con molta cura, scegliendo qualche sottolineatura che aiuti l’ascolto.

Lettura del libro della Genesi.

In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo.
Dio disse: «Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona. Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la propria specie». E così avvenne. E la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
Dio disse: «Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte; siano segni per le feste, per i giorni e per gli anni e siano fonti di luce nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne. E Dio fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte, e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per governare il giorno e la notte e per separare la luce dalle tenebre. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra». E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie». E così avvenne. Dio fece gli animali selvatici, secondo la loro specie, il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona.
Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
E Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò:
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e Dio disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra e soggiogatela,
dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente che striscia sulla terra».
Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò. Parola di Dio.

II LETTURA : Lettura del libro della Genesi. (Gn 22)

II LETTURA

Tema: – Il sacrificio di Abramo

Questo brano riferisce una storia avvenuta presumibilmente nel secolo 19° e messa per iscritto nel secolo(8°- 9°).
Il racconto è preoccupato di mostrarci la grandissima fede di Abramo, ma nondimeno  di insegnaci che Dio non vuole il “sacrificio” dei figli dell’uomo.
Così la decisione di fede di Abramo, viene accolta da noi come realizzata nella decisione che Gesù assume nel dare la vita per salvarci.

Genere letterario:

racconto semplice, con forti connotazioni di teologia

Indicazioni per la proclamazione:

Bisognerà sottolinearne la grande drammaticità, ma anche tentare di incanalarla verso la certezza di un Dio che vuole solo il nostro bene.

Forse si può fare lasciando alla prima parte una “leggerezza” da racconto quasi infantile per sottolineare poi alcune frasi con forte drammaticità.

Io per esempio sottolineerei:
“Abramo, Abramo!».: «Non stendere la mano contro il ragazzo…”
Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
L’angelo del Signore chiamò per la seconda volta: «Giuro per me stesso… perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni.
Si diranno benedette… tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».

Lettura del libro della Genesi. (Gn 22, 1-19)
In quei giorni. Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutti e due insieme. Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutti e due insieme.
Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito». Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. Abramo chiamò quel luogo «Il Signore vede»; perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa vedere».
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».
Abramo tornò dai suoi servi; insieme si misero in cammino verso Bersabea e Abramo abitò a Bersabea.

III LETTURA : Lettura dell’Esodo  ( Es 12, 1-11 )

III LETTURA

 

Tema:

la Pasqua;  l’agnello pasquale

Ovviamente scritto molti secoli dopo gli avvenimenti, diventa testimonianza di un rito che fa memoria, che realizza qui, tra noi, adesso, la potenza di quella cena.

Una cena di famiglia, di comunità; cena sacrificale (vedi agnello “perfetto” degno di Dio); cena frettolosa (si mangia arrostito perché hanno fretta; li aspetta un lungo cammino ); cena rituale (erbe amare: ricordo dell’amarezza della schiavitù eccetera).

Genere letterario:

non si tratta di un racconto, ma di un’epopea (solenne narrazione poetica di gesta eroiche).

Indicazioni per la proclamazione:

Solennità e commozione per ogni frase. Infatti, mi ripeto, non si tratta di descrizioni, ma di “annunci” che si rinnovano proprio qui oggi tra noi; sottolineerei in particolare quanto riguarda l’agnello e quei fianchi cinti con i sandali ai piedi, bastone in mano che ci richiamano alla nostra Pasqua.

Lettura del libro dell’Esodo. (Es 12, 1-11)

In quei giorni. Il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d’Egitto: «Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Non lo mangerete crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco, con la testa, le zampe e le viscere. Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato, lo brucerete nel fuoco. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore!”».   Parola di Dio.

IV LETTURA : Lettura dell’Esodo  (Es 13, 18b – 14, 8)

Tema: Il “passaggio” pasquale

Ovviamente scritto molti secoli dopo gli avvenimenti, si fa canto gioioso, solenne, epico per l’appunto. Oso dire che per questa lettura non c’è particolare difficoltà; si tratta solo di far emergere l’entusiasmo e la gioia del momento.

Genere letterario:

non si tratta di un racconto, ma di un’epopea (solenne narrazione poetica di gesta eroiche).

Indicazioni per la proclamazione:

Solennità e commozione per ogni frase. Infatti, mi ripeto, non si tratta di descrizioni, ma di “annunci” che si rinnovano proprio qui, oggi, tra noi; non trascuriamo di sottolineare il simbolo della colonna di fuoco e della nube, ormai grandi simboli della presenza di Dio.

 

Lettura del libro dell’Esodo. (Es 13, 18b – 14, 8)

In quei giorni. Gli Israeliti, armati, uscirono dalla terra d’Egitto. Mosè prese con sé le ossa di Giuseppe, perché questi aveva fatto prestare un solenne giuramento agli Israeliti, dicendo: «Dio, certo, verrà a visitarvi; voi allora vi porterete via le mie ossa». Partirono da Succot e si accamparono a Etam, sul limite del deserto. Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco, per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte. Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla vista del popolo, né la colonna di fuoco durante la notte.
Il Signore disse a Mosè: «Comanda agli Israeliti che tornino indietro e si accampino davanti a Pi-Achiròt, tra Migdol e il mare, davanti a Baal-Sefòn; di fronte a quel luogo vi accamperete presso il mare. Il faraone penserà degli Israeliti: “Vanno errando nella regione; il deserto li ha bloccati!”. Io renderò ostinato il cuore del faraone, ed egli li inseguirà; io dimostrerò la mia gloria contro il faraone e tutto il suo esercito, così gli Egiziani sapranno che io sono il Signore!». Ed essi fecero così.
Quando fu riferito al re d’Egitto che il popolo era fuggito, il cuore del faraone e dei suoi ministri si rivolse contro il popolo. Dissero: «Che cosa abbiamo fatto, lasciando che Israele si sottraesse al nostro servizio?». Attaccò allora il cocchio e prese con sé i suoi soldati. Prese seicento carri scelti e tutti i carri d’Egitto con i combattenti sopra ciascuno di essi. Il Signore rese ostinato il cuore del faraone, re d’Egitto, il quale inseguì gli Israeliti mentre gli Israeliti uscivano a mano alzata. Parola di Dio.

V LETTURA: Lettura del profeta Isaia  ( Is 54, 17c – 55, 11)

Tema:

Voi tutti assetati, venite all’acqua chiamati ad entrare nella gioia pasquale.

Genere letterario:

esortazione (che propone più gioia che morale)

Indicazioni per la proclamazione:

tono entusiasta, gioioso con qualche ripresa solenne:

O voi tutti assetati, venite all’acqua…
Porgete l’orecchio e venite a me…
Cercate il Signore…

Più pacato l’inizio dell’ultimo periodo (Quanto il cielo sovrasta la terra,…) per lasciar posto ad una gioia intensa ma interiore (così sarà della mia parola…)

Lettura del profeta Isaia. (Is 54, 17c – 55, 11)

Così dice il Signore Dio:
Questa è la sorte dei servi del Signore,
quanto spetta a loro da parte mia.
Oracolo del Signore.
O voi tutti assetati, venite all’acqua,
voi che non avete denaro, venite,
comprate e mangiate; venite, comprate
senza denaro, senza pagare, vino e latte.
Perché spendete denaro per ciò che non è pane,
il vostro guadagno per ciò che non sazia?
Su, ascoltatemi e mangerete cose buone
e gusterete cibi succulenti.
Porgete l’orecchio e venite a me,
ascoltate e vivrete.
Io stabilirò per voi un’alleanza eterna,
i favori assicurati a Davide.
Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli,
principe e sovrano sulle nazioni.
Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi;
accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano
a causa del Signore, tuo Dio,
del Santo d’Israele, che ti onora.
Cercate il Signore, mentre si fa trovare,
invocatelo, mentre è vicino.
L’empio abbandoni la sua via
e l’uomo iniquo i suoi pensieri;
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui
e al nostro Dio che largamente perdona.
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata». Parola di Dio.

VI LETTURA: Lettura del profeta Isaia  (Is 1, 16-19)

Tema:

Invito al fonte, invito alla conversione

Genere letterario:

esortazione (che propone più gioia che morale)

Indicazioni per la proclamazione:

tono entusiasta, gioioso con qualche ripresa solenne; in crescendo

Lettura del profeta Isaia.  (Is 1, 16-19)

Così dice il Signore Dio:
Lavatevi, purificatevi,
allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni.
Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene,
cercate la giustizia,
soccorrete l’oppresso,
rendete giustizia all’orfano,
difendete la causa della vedova.
«Su, venite e discutiamo
– dice il Signore –.
Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno bianchi come neve.
Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana.
Se sarete docili e ascolterete,
mangerete i frutti della terra». Parola di Dio.

I LETTURA del NT: Lettura degli Atti degli Apostoli  (At 2,22-28)

Tema:

Nel primo discorso di Pietro agli abitanti di Gerusalemme, troviamo tutta la gioia di chi proclama che Cristo è risorto, con i tratti fondamentali del “primo annuncio” (kèrigma): Gesù di Nazaret; miracoli, segni e prodigi; crocifissione e risurrezione. Il tutto corroborato da una citazione del salmo 16.

Genere letterario:

proclama entusiasta

Indicazioni per la proclamazione:

tono forte gioioso per la prima parte; più delicato e soffuso nella citazione del salmo.

Lettura degli Atti degli Apostoli. (At 2, 22-28)

In quei giorni. Pietro parlò al popolo e disse: «Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di
Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio
stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a voi secondo il prestabilito
disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio
lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in
suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo:
Contemplavo sempre il Signore innanzi a me;
egli sta alla mia destra, perché io non vacilli.
Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua,
e anche la mia carne riposerà nella speranza,
perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi
né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione.
Mi hai fatto conoscere le vie della vita,
mi colmerai di gioia con la tua presenza». Parola di Dio.

II LETTURA del NT: Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 1, 1-7)

Tema

Un paragrafo, da leggersi tutto d’un fiato (?, si fa per dire,) dove Paolo riunisce tutto ciò che gli sta più a cuore (non è poco!)

Mi soffermo un po’ di più del solito.

Presentazione di Paolo: scelto per annunciare il Vangelo.

Vangelo che riguarda Gesù Cristo;

presentazione di Gesù Cristo: promesso dai profeti, nato dal seme di Davide, costituito figlio di Dio, in forza della risurrezione;

ciò che ne viene per tutti gli uomini: grazia, missionarietà (suscitare l’obbedienza della fede in tutti i popoli) manifestare la gloria…

E sottolineiamo: tra questi ci sono anche i Pagani di Roma, amati, santi (cioè santificati).

E dunque il saluto-augurio: grazia voi e pace del Dio

Genere letterario:

augurio che si fa proclamazione di fede, che racchiude tutto annuncio di Paolo

Indicazioni per la proclamazione:

Più che una proclamazione qui viene proposta una sfida: riuscire con queste poche parole a passare tutto il cuore di Paolo. Spero che le indicazioni del tema un poco aiutino; e in ogni caso, chi tenta questa proclamazione ne già ripagato dalla gioia che contiene.

Nota bene: semi_pause possono aiutare un po’ a trasmettere a chi ascolta qualcosa della ricchezza del testo, senza disperderne troppa.

 

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani. (Rm 1, 1-7)

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo! Parola di Dio.

Palme – Messa del giorno

DOMENICA DELLE PALME
messa del giorno
(tutte le messe salvo ore 10.30)

(nb.: vedi testi specifici per la messa con la benedizione degli Ulivi)

Is 52, 13 – 53, 12

Tema:

Quarto cantico del servo del Signore:” l’uomo dei dolori che ben conosce il patire”.
Nei testi del secondo Isaia (secondo perché rispetto ad Isaia che scriveva nell’VIII secolo, qui l’autore scrive durante l’esilio, anche se hanno alcuni temi in comune) ci sono quattro “Carmi” (canti) che parlano di un servo di Yahwé. Questo è l’ultimo quello più facile da attribuire al futuro messia, a Gesù che vive la passione.

Genere letterario:

elegia (= malinconia affettuosa,  ricordo, – forse anche di nostalgia).
Il sentimento elegiaco è quello che fa parlare sottovoce e dir cose bellissime.

Indicazioni per la proclamazione:

Si inizia con una affermazione di grande certezza (“Il mio servo avrà successo!),
per costruire attraverso un flashback la storia di questo “servo”.

Nella lettura occorre dare risalto a questa prima affermazione per sottolineare poi, con diversa pacatezza e vivacità le molte scene di questo sguardo retrospettivo.

NB: i molti spunti di questa descrizione richiedono piccole variazioni nella tonalità trepida e sentita che caratterizza tutta la pagina. La lettura esige molta cura.
Utile una lettura disinvolta quasi gioiosa  per la proclamazione del primo paragrafo;
seguono due domande retoriche (da non calcare troppo nel tono) che danno inizio al racconto delle sofferenze. Scegliere in questo racconto alcuni crescendo per tenere desta l’attenzione.
La conclusione all’apparenza gioiosa merita tuttavia un po’ di pacatezza
considerando che tutto ciò lo leggiamo pensando a Gesù.

Sal 87 (88), 2-6a. 9-10

Tema:

un brano di supplica che parla di solitudine e prova

Genere letterario:

supplica

Indicazioni per la proclamazione:

Tono pacato, sentito

Eb 12, 1b-3

Tema:

tenere fisso lo sguardo su Gesù!

Genere letterario:

esortazione (calda e sentita)

Indicazioni per la proclamazione:

tono di entusiasmo frenato .


Messa con la benedizione delle palme

Messa con la benedizione degli Ulivi
(solo ore 10.30)

Zc 9, 9-10

Tema: -Inno per l’entrata del re

 Genere letterario:  inno

Indicazioni per la proclamazione:

lettura gioiosa brillante e al contempo pacata

Sal 47 (48), 2-3. 9-11

Tema:

 Questo “canto di Sion” celebra la città santa. La bellezza di questo canto scaturisce dalla sovrapposizione di una “geografia spirituale” sulla geografia della città di Gerusalemme

Genere letterario: inno

Indicazioni per la proclamazione:

lettura solenne, gioiosa.
Certamente cantato almeno il ritornello;
la terza strofa si può leggere con tutta l’assemblea (con tono solenne) .

Col 1, 15-20

Tema:

Grandezza di Cristo: principio, capo della Chiesa, il primogenito di quelli che risorgono dai morti.

Genere letterario:

 inno

Indicazioni per la proclamazione:

come spesso per i testi di Paolo bisogna fare attenzione all’abbondanza di spunti che ne rendono complicata la comprensione, ma prima ancora la lettura.

Sottolineerei qualche parola che introduce l’idea:
Cristo è immagine del Dio invisibile…
Tutte le cose sono state create per mezzo di lui…
Egli è principio, primogenito di quelli… Il tema
(con più delicatezza): È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza

CANTI: