Festa del Ringraziamento

7 maggio 2023

La comunità degli invisibili
Secondo qualcuno le catechiste servono per annoiare i bambini;
le Polisportive esistono per punire, proponendo duri allenamenti e escludendo dalle partite.
Ad ascoltare qualche fannullone, pare che la Caritas dia solo roba scaduta;
e che i cori nelle chiese propongano sempre canti vecchi o canti ridicoli.
Mi è capitato una volta di sentire uno che buttava riso e altro “per far festa”(?) dire:
“Tanto c’è il sacrista pagato apposta per raccoglierlo”?!.
E se qualche giovane si impegna in qualche attività caritativa,
…state sicuri: sta traendo un vantaggio nascosto!

Il racconto delle sciocchezze potrebbe continuare all’infinito;
come all’infinito potrebbe continuare l’elenco dei gesti di volontariato in parrocchia.

Controffensiva?
Penso che i nostri volontari (e sono tantissimi!) non abbiano molto tempo per curarsi di questo; nel loro DNA c’è piuttosto la capacità di continuare il loro servizio
nel silenzio, nella semplicità, nella gioia di vedere il bene che cresce intorno a loro.

Almeno una volta all’anno…
Mi pare bello una volta all’anno fermarci a ringraziarli
e credo che alla fine sarà piuttosto un ringraziarci a vicenda,
perché siamo davvero in tanti ad aiutare e a ricerverne aiuto riceviamo l’aiuto.

Si tratta, solo per un momento, di mettere da parte il consueto riserbo che vi contraddistingue
per ricevere il «grazie» della comunità e la benedizione del Signore.
E anche questo gesto sarà un modo di “fare del bene”,
perché diventerà uno stimolo per altri fratelli.

 

Un testo di papa Francesco

Aprite i palmi delle mani,
fissateli con gli occhi.
Amici, Dio ha messo nelle vostre mani
il dono della vita,
l’avvenire della società.
Fratello, sorella,
le tue mani ti sembrano piccole e deboli,
vuote e inadatte a compiti grandi.
Ma vorrei farti notare una cosa:
tutte le mani sono simili,
eppure nessuna è uguale all’altra;
perchè tu sei una ricchezza unica,
irripetibile e incomparabile.
Nessuno può sostituirti.

Come si usano le mani per cose grandi?
Vorrei suggerirti cinque piste,
che puoi associare proprio alle dita della mano.

Pollice, il dito più vicino al cuore,
corrisponde la preghiera, che fa pulsare la vita.
La preghiera è “l’acqua dell’anima”:
è umile, non si vede, ma dà vita.
Chi prega matura dentro
e sa alzare lo sguardo verso l’alto,
ricordandosi di essere fatto per il cielo

Indice. Con esso indichiamo qualcosa agli altri.
Gli altri, la comunità, ecco la seconda pista.
Amici, non lasciatevi rovinare
dalla solitudine e dalla chiusura.
Pensatevi sempre insieme e sarete felici.

Dito centrale. Si eleva al di sopra degli altri,
quasi a ricordarci qualcosa di imprescindibile.
È l’onestà:
rende  la vita degna delle sue  aspettative.

Anulare. Lì si mettono le fedi nuziali.
E’ il dito più debole,
quello che fa più fatica ad alzarsi.
Ci ricorda che i grandi traguardi della vita,
l’amore anzitutto,
passano attraverso fragilità, fatiche e difficoltà. Vanno abitate,
affrontate con pazienza e fiducia,
senza caricarsi di problemi inutili.

Mignolo.  Potresti dire: sono poca cosa;
il bene che posso fare è una goccia nel mare.
Ma è proprio la piccolezza,
il farsi piccoli che attira Dio.